21/01/17

Ipotesi Endosferica

LA CONCEZIONE ENDOSFERICA DEL MONDO
di Leonello Boni (L'Età dell'Acquario n.4, Bresci Editore, Maggio 1971)

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Se non ti aspetti l'inaspettato 
non troverai la verità.
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Nella Rivista americana "Geographic Magazine" del luglio 1931 era riportata, a pag. 635, una fotografia presa ai raggi infrarossi del Monte Aconcagua, scattata in quell'anno da un aeroplano da una distanza di circa 460 chilometri.  Sotto di essa stava scritto: "La prima foto scattata per mostrare finalmente la curvatura convessa della Terra". 

Anche più recenti foto, prese dai tedeschi nel 1944 con missili V/2 da 165 km di altezza e, successivamente, dagli americcani con razzi "Aerobee" da 400 km di altezza, mostrano la sfericità del nostro pianeta e la sua convessità sulla quale non avrebbe dovuto sorgere più alcun dubbio. Chi avesse pensato, allora, che la stessa foto del 1931 e quelle prese successivamente da missili e astronavi americane o russe, potessero in futuro servire per    mostrare invece la curvature CONCAVA della Terra, avrebbe sorriso di compatimento o, per lo meno, di incredulità. 

Orbene, sulla base di una recente e geniale concezione del prof.  Amico-Roxas, docente di analisi matematica all'Università di Roma, sembrerebbe invece che proprio la seconda ipotesi sia quella giusta: cioè la Terra sarebbe CONCAVA e noi vi abiteremmo DENTRO, sulla superficie interna di una sfera cava. Già con la "nuova ottica - scienza della visione" del prof. Vasco Ronchi, una prima grande rivoluzione nel campo della fisica si era presentata e sta operando in profondità; ora dunque anche la concezione del mondo si presenta con un volto nuovo, e tutto lo scibile delle umane sensazioni e percezioni viene ripreso in esame: cosi anche la sfericità e "convessità" della Terra. 

Ogni concezione del mondo si fonda, necessariamente, su alcune ipotesi attorno alla natura dello spazio e, in particolare, sulla ipotesi di una determinata legge di propagazione della luce. Fino ad Einstein lo spazio cosmico fu considerate euclideo, ossia si supponevano rettilinea (in senso euclideo) la propagazione della luce, omogeneo lo spazio, rigidi i moti: su tale presupposto si fondava la Teoria Esosferica del mondo nelle sue diverse varianti (sistema tolemaico e copernicano).  Einstein, con la sua teoria della gravitazione, si discosta dalla teoria di Newton: la propagazione della luce non è rettilinea, i moti non sono rigidi, l'Universo reale non è euclideo. Tuttavia le curvature del raggi luminosi nella Teoria di Einstein sono cosi lievi che il mondo relativista si inquadra ancora in un modello esosferico.

La nuova Teoria Endosferica  (Paolo Emilio Amico-Roxas: "IL PROBLEMA DELLO SPAZIO E LA CONCEZIONE DEL MONDO", Libreria Editrice Universitaria D'Isa - Roma) come quella di Einstein, è nata da una graduale evoluzione delle idee, da graduali sviluppi di pensiero, condotti con assoluto rigore logico e scientifico; si fonda sul concetto di "campo" ma, oltre al campo gravitazionale, vi si considera il campo elettrico, le cui sorgenti sono il Sole e il "centro stellare", cioè la regione centrale (rispetto alla superficie CONCAVA della Terra, considerando cioè quest'ultima come una sfera cava che contenga tutto  l'Universo) del sistema di tutte le stelle.

Più specialmente il centro di tale regione sarebbe il polo negativo del campo anzidetto e di   tutti i molteplici campi aventi ciascuno, per polo positivo, una stella.  Qualitativamente la nuova Teoria non differisce da quella di Einstein; la differenza è soltanto quantitativa, le curvature della "luce" sarebbero più accentuate, i moti non rigidi comporterebbero deformazioni più sensibili, l'Universo avrebbe una natura più radicalmente non euclidea. In base all'ipotesi della propagazione rettilinea o quasi della luce, ammessa rispettivamente nella Teoria classica e in quella di Einstein, il mondo è supposto esosferico; in base alla ipotesi, invece, della propagazione curvilinea della luce (le geodetiche percorse dalle radiazioni elettromagnetiche sarebbero le linee di forza del campo o del campi anzidetti) si configurerebbe DENTRO la sfera terrestre considerata CAVA, con rigore geometrico (trasformazione per raggi vettori reciproci), il mondo attorniato dalla superficie concava della Terra.

E vi sarebbero piena equivalenza e corrispondenza fra lo spazio classico e lo spazio endosferico: tutte le relazioni valide nel primo sono valide altresì nel secondo, tutti i fenomeni celesti spiegati e previsti mediante il calcolo, nel primo, sono spiegati e previsti, con uguale esattezza e rigore logico, nel secondo.  Attribuendo alle grandezze e alle variabili che figurano nella legge di Newton e in tutte le relazioni della Meccanica Celeste, ii significato che loro compete nello spazio NON euclideo della Teoria Endosferica, quella legge e quelle formule conservano la loro piena validità: in esse però le grandezze dipendono dalla intensità locale del campo. Cosi il mondo euclideo e quello einsteiniano diverrebbero mondi astratti, mentre quello endosferico sarebbe quello concreto e reale; equivalenti tra loro, ma non identici, anzi profondamente diversi e legati da una reciprocità vettoriale.  Lo spazio, caratterizzato dalle leggi del campo, mediante l'applicazione delle trasformazioni per raggi vettori reciproci, si muta nello spazio classico di Euclide. 

L'ipotesi della propagazione rettilinea della luce è nata dal fatto che mentalmente noi prolunghiamo i raggi che raggiungono il fondo dell'occhio; per cui ogni oggetto o sorgente di luce appaiono trovarsi nella direzione con la quale i raggi di luce, provenienti dall'oggetto o sorgente, penetrano, secondo la tangente alla curva, nell'occhio o nella camera oscura della macchina fotografica.  Per questo motivo, per millenni abbiamo creduto che lo spazio - che in realtà è curvo - fosse invece euclideo. Secondo la teoria endosferica invece, le onde elettromagnetiche (la cosidetta luce) percorrono geodetiche curvilinee la cui curvatura è lievissima in vicinanza della superficie terrestre, sicchè appaiono rettilinee, mentre invece va via via accentuandosi fino a divenire infinita nelle profondità spaziali.

La trasformazione circolare per raggi vettori reciproci che lega lo spazio reale endosferico con lo spazio esosferico dell'ipotesi classica implica che ogni relazione valida in uno di essi sia valida anche per I'altro.  Perciò le stesse formule, relazioni ed equazioni, restano valide ma acquistano significati diversi a seconda del significato che attribuiamo alle grandezze o variabili che vi figurano. 

La nuova Teoria chiarirebbe poi diversi fatti che non trovano invece spiegazione soddisfacente nella concezione classica: in ciò risiederebbero anche la sua validità ed accettabilità.  Con la nuova Teoria Endosferica la Terra dunque non sarebbe un pianeta, ma la periferia del mondo; perciò, ben a ragione, tale ipotesi può dirsi la più ardita e rivoluzionaria concezione del mondo fin qui apparsa, tanto che, di primo acchito, viene spontaneo respingerla come assurda. Ma, per il rigore scientifico e la serietà con cui il noto Autore ha trattato la materia, e per la minuziosità dell'elaborazione anche matematica dei vari aspetti, merita invece di essere esaminata attentamente perchè fa pensare, a chi non abbia pregiudizi di alcun genere e non sia condizionato dalla concezione classica del mondo, come tutto ciò "possa essere", come affermò il famosissimo prof.  Francesco Severi dopo averla attentamente esaminata. Essa Teoria, comunque, deve considerarsi una ardita e fertile nuova ipotesi di lavoro. 

Lo studio della Teoria richiede comunque uno sforzo per quanto riguarda l'atteggiamento mentale, e la maggiore difficoltà è forse di carattere psicologico, poichè non è facile "vedere" mentalmente un mondo in cui l'INFINITO spaziale, in termini non euclidei, sia DENTRO la sfera cava della Terra, e il FINITO (sempre in termini non euclidei) sia invece FUORI. Il che sembra decisamente un controsenso, se non si tiene conto che ci esprimiamo in termini non euclidei. 

Ma cosa ci sarebbe dunque "al di fuori" della sfera cava nella quale sarebbe contenuto tutto l'Universo?  La profondità della Terra CONCAVA, misurata non più verso il centro della sfera ma radialmente verso l'esterno, non differirebbe numericamente dalla già nota lunghezza del raggio terrestre. Essendo però qui l'Universo concepito come un "campo" ove la massima concentrazione di energia si trova al centro (centro stellare o polo negativo del campo universale), man mano che da tale centro ci si allontana, la densità di energia diminuisce: pertanto un chilometro "cortissimo" vicino a tale centro diverrebbe "lunghissimo" alla periferia, essendo le grandezze funzioni della intensità locale del campo.

Così, al di fuori della "CAVITA –TERRA", a chilometri non euclidei corrisponderebbero lunghezze diseguali crescenti all'infinito, e la materia andrebbe attenuandosi tendendo a zero.  Perciò la profondità della Terra, pur rimanendo espressa dal numero 6370 chilometri (raggio terrestre), valutata con chilometri crescenti nel mondo endosferico, non avrebbe fine e non esisterebbe un "al di fuori" (concetto euclideo radicato in noi ma che qui non avrebbe senso) poichè al di fuori vi sarebbe tutta l'infinità della Terra, esprimibile però con un numero finito di chilometri non euclidei. 

Il fatto che fotografie prese da centinaia di chilometri di altezza, da bordo di razzi o astronavi, mostrino la Terra sferica e convessa - ove noi l'abitiamo FUORI, sulla superficie - dovrebbe dimostrare, senza possibilità di dubbi, che la Terra non può essere concava, perchè "tale non si vede". Questa affermazione però cade immediatamente qualora si pensi che, se i raggi di luce hanno una curvature (Einstein lo ha dimostrato), non possono che mostrarci la Terra convessa anche se non lo è, pure in fotografla.  Perciò proprio le fotografie che ci fanno vedere la Terra convessa possono servire per dimostrare anche il contrario, nell'ipotesi che i raggi di luce abbiano una curvatura sensibile.

Nel qual caso la Terra sarebbe in realtà concava, e noi l'abiteremmo DENTRO (con la testa rivolta cioè verso il centro della sfera cava e con i piedi sulla superficie), e racchiuderebbe l'Universo intero che, in termini non euclidei, sarebbe infinito. 

L'Universo avrebbe perciò una densità tanto più elevata quanto più ci si avvicinasse alle sorgenti del campo, cioè il Sole (Polo positivo) ed il "Centro stellare" (polo negativo), ed allontanandosi da queste, il Campo suddetto andrebbe attenuandosi fino ad annullarsi.  Ed i corpi celesti sarebbero "punti singolari", come nel linguaggio di Einstein sono grandi concentramenti di energia.  Pure la Terra - non pianeta - sarebbe "zona singolare" del campo, e la sua superficie potrebbe chiamarsi una superficie equipotenziale al confine dell'Universo. La "gravità" sarebbe data dalle forze di repulsione solare; la Terra cava si espanderebbe in conseguenza della forza di espansione o repulsione universale, con le conseguenti fratture e spostamento dei Continenti (Teorie del galleggiamento e dello spostamento del Continenti di Wegener).  La luce percorrerebbe le geodetiche del nuovo spazio non euclideo (campo) pur rimanendo rispettate le leggi di osservazione. Tutte le velocità e le grandezze degli Astri andrebbero riferite a unità di lunghezza locali.  Per- tanto l'esistenza di stelle giganti e di milioni di altri Soli che, con diametri grandi come universi e densità quasi zero (e che viaggerebbero a velocità prodigiose), non sarebbe più concepibile poichè tutti i corpi celesti sarebbero più densi della Terra, e la loro densità sarebbe funzione della intensità del campo locale, cioè tanto più densi quanto più vicini al "centro stellare". Mentre la Terra - non pianeta, ma confine dell'Universo - avrebbe densità minore di tutti. 

Non si concluda però che la Teoria endosferica annienti o comunque diminuisca la fin qui intuita infinità dell'Universo, anche se qui esso è "racchiuso" da una Terra "vuota". Il concetto di Universo infinito infatti, nei termini non euclidei, sussiste intatto poichè non dobbiamo confondere l'infinito "psicologico" con quello dei matematici e dei fisici, per i quali esso non è che un limite e non una grandezza concepibile: l'infinito infatti non è percorribile nemmeno concettualmente, e resta soltanto una poetica fantasia. 

Dopo un confronto fra le due concezioni del mondo, quella classica e quella endosferica, la scienza si è evoluta, sottolineando l'importante circostanza che la Teoria Endosferica ammette come "caso particolare" la Teoria della Relatività Generale, cosi come la Relatività Generale ammette come "caso particolare" la Relatività Ristretta, la quale a sua volta ammette, come "caso particolare", la Teoria di Newton.

FINE ARTICOLO

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Alcune immagini, prese da fonti diverse:

Qui si mostra come la curvatura esponenziale della luce farebbe apparire la terra convessa invece che concava.

E questi sono esperimenti fatti negli anni ‘20, su una spiaggia abbastanza lunga da mostrare la curvatura della terra verso l’alto, cioè concava.


Questo è lo schema del giochino dei fili a piombo.

Halley immaginava quattro sfere incastonate una nell’altra, ma di questa teoria non so dirti niente.

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